Vini Liguri

CUCINA LIGURE | VINI LIGURI

Italian Sceff vini liguri

La gloria dei vini liguri si deve alle particolari caratteristiche orografiche del territorio, un tutt’uno di strette vallate, ripide colline e montagne spioventi sul mare che rendono difficoltosa la coltivazione della vite e di qualsiasi altra piantagione. Produrre vini in Liguria presuppone dunque una grande passione e tanto spirito di sacrificio ben ripagato, per fortuna, da vini di eccellente qualità. Il successo dei vini liguri ha origini remote testimoniate, tra gli altri, da Francesco Petrarca che espresse lodi ai vini delle Cinque Terre: “i gioghi così famosi per i dolci pampini” di Monterosso e Corniglia, superiori, a suo dire, al Colli di Falerno e all’etiope Meroe. All’epoca primeggiava una zona della Riviera di Ponente, le Cinque Terre (particolarmente celebrato per le sue virtù medicinali era lo Sciacchetrà) e la zona intorno a La Spezia.

Una peculiarità ligure è rappresentata senza dubbio dalla ricchezza dei vitigni, dovuta ai collegamenti commerciali con l’estero di cui Genova era protagonista, che all’inizio del Novecento se ne contavano ben 600. Poi la peronospera e la fillossera misero in ginocchio la viticoltura ligure, che ha ripreso vigore solo in tempi recenti.

Mappa Zone di Produzione Vini della Liguria

Rossese di Dolceacqua (o Dolceacqua). La zona di produzione riguarda la provincia di Imperia e comprende il territorio dei comuni di Dolceacqua, Apricale, Baiardo, Camporosso, Castelvittorio, Isolabona, Perinaldo, Pigna, Rocchetta Nervina, San Biagio della Cima e Soldano, nonché la frazione Vallecrosia Alta, del comune di Vallecrosia, e quella di Mortola Superiore, S. Bartolomeo – Carletti, Ville, Calandri, S. Lorenzo, S. Bernardo, Sant’Antonio, Sealza, Villatella, Calvo-S. Pancrazio, Torri, Verrandi e Calandria di Trucco del comune di Ventimiglia, e quella parte del territorio del comune di Vallebona che è situata sulla riva destra del torrente Borghetto.

Riviera Ligure di Ponente. La zona di produzione comprende:

  1. per la provincia di Imperia, il territorio, in tutto o in parte, dei comuni di Cosio d’Arroscia, Mendatica, Pornassio e Triora (delimitato a nord dal crinale alpino);
  2. per la provincia di Savona, il territorio dei comuni di Alassio, Albenga, Andora, Arnasco, Balestrino, Boissano, Borghetto S.S., Casanova Lerrone, Castelbianco, Ceriale, Cisano sul Neva, Erli, Garlenda, Laigueglia, Nasino, Onzo, Ortovero, Stellanello, Testico, Vendone, Villanova d’Albenga, Zuccarello, Balestrino, Boissano, Borghetto S.S., Borgio Verezzi, Finale Ligure, Giustenice, Loano, Magliolo, Noli, Orco Feglino, Pietra Ligure, Rialto, Toirano, Tovo S.Giacomo, Vezzi Portio, Spotorno, Bergeggi, Savona, Quiliano, Vado Ligure, Albisola Marina, Albisola Superiore, Stella, Celle Ligure, Varazze e, in parte, il territorio dei comuni di Calice Ligure e Castelvecchio di Rocca Barbena (delimitato a nord dal crinale appenninico);
  3. per la provincia di Genova: il territorio dei comuni di Arenzano e Cogoleto.

Vermentino: è un vitigno coltivato in tutte le zone vinicole liguri. Produce un vino di colore giallo paglierino scarico con riflessi dorati; profumo intenso, persistente, fruttato con sentori di erbe e fiori di campo; sapore secco ma di buona morbidezza, sapido e di buona struttura. Da bere preferibilmente entro un anno dalla vendemmia. Si accompagna ad antipasti freddi o caldi di mare, primi piatti con salse di pinoli o noci, pesci lessi o al cartoccio.

Pigato: è un vitigno presente prevalentemente in provincia di Imperia ed Albenga. Produce un vino di colore giallo paglierino dal profumo ampio, intenso , persistente, fine e fruttato;  sapore secco ma piacevolmente morbido, caldo e sapido, di buona e composta struttura con fondo tipicamente amarognolo. Da bere preferibilmente entro un anno dalla vendemmia.

Accompagna antipasti a base di funghi, primi con salsa di noci e secondi piatti a base di pesce conditi con erbe aromatiche.

Bianchetta: vitigno autoctono coltivato nel Genovesato e nel golfo del Tigullio e che caratterizza i vini bianchi della Val Polcevera (trovate descrizione e abbinamenti poco più avanti nell’elenco delle denominazioni di origine controllata)

Lumassina: detto anche “Mataossu” è un vitigno presente nell’entroterra di Noli, Varigotti e Finale. Produce un vino di colore giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli; profumo delicato, persistente, con sentori di erbe campestri e umori boschivi; sapore secco, di molta freschezza, leggero ma composto, discretamente continuo. Da bere preferibilmente entro un anno dalla vendemmia. Accompagna bene fritti, antipasti a base di salse e pesci grassi. Una curiosità: in dialetto ligure “lumassina” significa anche lumachina.

Rossese: vitigno coltivato in numerose località della provincia di Imperia. Produce vini di un colore rosso rubino dall’odore delicato, caratteristico, vinoso; sapore asciutto delicato morbido e amarognolo. Quello prodotto in Val Nervia prende la DOC “Rossese di Dolceaqua”.

Ormerasco: vitigno coltivato nella stessa zona ponentina del Rossese. Il vino prodotto nella Valle Argentina (entroterra di Imperia e Albenga) prende la DOC “Ormerasco di Pornassio”.

Granaccia: vitigno presente principalmente nell’entroterra di Savona e, in particolare, nel Comune di Quiliano.  Produce un vino rosso asciutto, di colore rosso intenso con orli violacei da giovane, che si fa rubino vivace con tonalità tendenti al granato dopo un giusto affinamento. Odore vinoso e fragrante da giovane, si fa successivamente ampio e persistente con sentori di piccoli frutti boschivi e di resine; sapore è asciutto, caldo, morbido e vellutato, di straordinario equilibrio e personalità quando è all’apice. Dà il meglio di sè nel periodo che va dai 3 ai 5 anni, sebbene le grandi annate possano superare tale limite. Adatto ad accompagnare portate come selvaggina, tartufi, faraona, funghi e formaggi lievemente stagionati.